AD ASSISI, DOVE CI SI INCONTRA E CI SI REINCONTRA

L’Umbria, la città di Assisi e i suoi abitanti hanno un posto speciale nel mio cuore. Che, lo confesso, è diviso in tre parti. La terra in cui sono nata, densa e nebbiosa, la Provenza, azzurra e luminosa e, appunto, la terra di Umbria, meravigliosa. Ogni anno, da molti anni, ci rechiamo ad Assisi all’inizio dell’autunno. Ed è sempre un tripudio di colori e di emozioni. Di incontri, anche. Ma procedendo con ordine: là i colori dell’autunno hanno sfumature morbide, eppure ti riempiono gli occhi, come le colline dolci del paesaggio intorno. E quando, arrivando in macchina, alzo lo sguardo e la vedo, lassù, la bella Assisi, arroccata, difesa eppure inattaccabile, ecco mi sento già a casa. E respiro profondamente. Una sensazione di tranquillità e benessere che, così, non provo da nessun’altra parte al mondo. E non è un modo di dire. Quei giorni sono per me un vero balsamo per l’anima. A partire dai tramonti rossi che scendono sulla valle, ben visibili dalla parte alta della città. Una visita in Basilica, camminando lentamente per osservare meglio, una volta ancora, gli affreschi sulla vita di San Francesco di Giotto. O una passeggiata nottetempo, quando tutto tace e si acquieta, e allora sì, sembra di percepire ovunque, come mi dice spesso un nostro caro amico, la presenza di Francesco. Gli amici. Nel corso degli anni, ne abbiamo conosciuti di assisani. Che amiamo molto. Perché sono accoglienti e generosi. Sono quello che vedi. Spiritosi, ironici, forti e gentili. Alcuni, una coppia in particolare, sono diventati per me e mio marito, amici carissimi, fraterni. E i loro amici, anche i nostri. Perché, come dico io, dopo una certa età, i parenti ce li scegliamo. Altri sono presenze importanti, che vediamo e rivediamo, anno dopo anno, raccontandoci e conoscendoci così, a poco a poco. C’è anche il piacere della convivialità che ci unisce. E i loro cibi, corposi e gustosi, che ci accompagnano in cene che non vorresti finissero mai per il piacere di ritrovarsi, parlarsi, confrontarsi, ridere e commuoversi. Fino a notte fonda. Ci sono le librerie che amiamo: quella della Basilica, che negli anni abbiamo frequentato assiduamente e grazie alla quale abbiamo una certa e bella bibliografia francescana ma anche del delizioso miele in dispensa e creme all’artiglio del diavolo miracolose per la mia cervicale. E una libreria, piccola, indipendente e raffinata, proprio di fronte al Tempio di Minerva dove riesco a trovare testi sul Medioevo, una mia passione, già disponibili, che altrove dovrei richiedere. Ci sono le trattorie in cui entri e ti trovi immerso in profumi di cibo invitanti e in un clima familiare e gentile: una su tutte, Da Elide a Santa Maria degli Angeli. Ci andavo da ragazza con i miei genitori, quando ancora c’era Elide in cucina. Ci andiamo tuttora, mio marito ed io. Anzi, appena arrivati, dopo qualche ora in autostrada, la sosta da Elide per il pranzo segna l’inizio della nostra pausa dal resto del mondo. Ci accolgono sempre calorosamente, come se ci fossimo salutati il giorno prima e, invece, è sempre passato un anno. Per fortuna. E per fortuna che la cifra di quel locale è rimasta la stessa. Ottimo cibo per veri gourmands e una cordialità piacevole e familiare. Ci sono negozi d’artigianato in cui si può trovare dalla bella biancheria per la casa e la tavola, quasi sempre ricamata a mano. Ci sono oggetti artistici di altissima qualità. L’artigianato è una presenza importante in Umbria e ad Assisi ci sono negozi dove si può apprezzare l’eccellenza del saper fare. Per citarne uno: La Bottega, negozio storico, dove si possono ammirare e acquistare acquarelli su carta e su ceramica e affreschi di piccole o medie dimensioni. Selene, gentilissima e preparata, ci ha spiegato la particolare tecnica che viene utilizzata dal loro Maestro Artigiano per la pittografia. Ne siamo rimasti affascinati e ci siamo innamorati di un piccolo affresco raffigurante l’Annunciazione: ora è nel nostro soggiorno ed è un piacere vederlo, osservarlo, anche ora mentre scrivo. E’ una presenza bella e confortante. E poi, via dalla pazza folla, verso l’Eremo delle Carceri, luogo francescano di ampio respiro o la campagna tutt’intorno a Rivotorto, affollata da ulivi gentili, belli e generosi per i loro frutti abbondanti. C’è una spiritualità diffusa in questo luogo, la si può percepire ovunque. E ci sono incontri apparentemente casuali, quasi mai banali con persone che spesso rivediamo. Perché come ci venne detto molto tempo fa, ad Assisi ci si incontra e ci si reincontra. Non cito, volutamente, tutti i luoghi e i siti di arte, di archeologia e di fede che ci sono in questa città medievale perché sono moltissimi, noti e non noti. Questa è la mia versione di Assisi, il mio modo di viverla attraverso luoghi e relazioni, sapori ed emozioni. E poi, quando cala la notte, dalla nostra stanza d’albergo, lo stesso di sempre, mi piace guardare le luci della valle, a partire dalla cupola di Santa Maria degli Angeli che poi si spegne, rimanendo circondata da un luccichio che, quando il cielo è sereno, si confonde con quello delle stelle.
Marie