MUNICH, ovvero il piacere di celebrare in Baviera

L’amico Hans era stato chiaro e preciso. Il gigante buono, come lo chiamo io, collega di mio marito o per meglio dire, peer, aveva deciso che quest’anno ci saremmo incontrati fuori dal contesto professionale e avremmo trascorso del tempo insieme. Ci avrebbe mostrato, ci disse con orgoglio, alcuni angoli della “sua” Monaco di Baviera. Hans, gigante di bontà e simpatia, uomo incline alla battuta ma anche attento osservatore e arguto interlocutore quando si tratta di cambiare registro, amante dell’Italia e di Milano in particolare, (“la nostra” adorata Milano) che definisce, con un sorriso, la città più a sud della Baviera, l’ultimo giorno, durante la chiusura dei lavori, ha consegnato a mio marito due piccoli fogli sui quali c’era scritto, a mano, in modo dettagliato, giorno per giorno, quasi ora per ora, ciò che avremmo fatto e visitato, da soli e con lui. Perlomeno, aveva detto “non potete lasciare Munich senza aver visto e fatto queste cose”. Grandissimo Hans! Più chiaro di così... Ovviamente, nel programma, era incluso il nostro appuntamento con lui: lunedì 29 Luglio, ore 13, pranzo insieme e poi una girandola di luoghi da vedere, cose da fare. Dunque, nei giorni precedenti a quell’incontro, fogli alla mano, abbiamo iniziato il nostro tour in quella che è considerata una fra le venti città al mondo con la migliore qualità di vita. Abbiamo preso l’hop on hop off in un primo pomeriggio uggioso ma così uggioso che, giuro è la prima volta che mi accade, dopo i primi venti minuti, mi sono addormentata. E’ stata la vivacità di Marienplatz e la sua bellezza superba, neogotica e barocca, a ridarmi tono. Un luogo in cui è piacevole perdersi, quantomeno non ci si annoia... Abbiamo assistito, in mezzo ad una vera folla, allo scoccare delle cinque del pomeriggio, allo spettacolo Glockenspiel, il carillon della torre dell’orologio del Nuovo Municipio, le cui statue iniziano a ballare una giostra cavalleresca. La storia, gli eventi storici, dietro queste danze che durano più di qualche minuto, sono molto interessanti. Tuttavia, è bello, quasi gioioso, godersi lo spettacolo, così, con la stessa semplicità dei bambini. Abbiamo visitato la Frauenkirche, la Cattedrale di Nostra Signora, famosa per le sue cupole ramate a forma di cipolla visibili da tutta la città. Ma, prima del nostro incontro con Hans, in un pomeriggio in cui cadeva una pioggerellina fitta fitta, ho provato una forte emozione nel visitare la Residenz: il palazzo, costruito nel XVI secolo, fu residenza dei duchi e dei re della Baviera. E’ immenso, antico, magnificente, riunisce in sé stili architettonici molto diversi fra loro e accoglie collezioni e tesori preziosi. Tuttavia, il mio colpo al cuore, lo ammetto, è stata l’Antiquarium, la galleria rinascimentale considerata la più grande al di sopra delle Alpi. Là dentro, è stato come se il tempo fosse sospeso, un leggero senso di stordimento per tanta bellezza. L’ho raccontato ad Hans, il giorno dopo, quando ci siamo incontrati al ristorante Zum Franziskaner, un luogo piacevole e tipicamente bavarese (su mia espressa richiesta) dove abbiamo mangiato con vero piacere. Ma solo nel pomeriggio, io e mio marito abbiamo capito cosa intenda il nostro caro amico quando dice che i bavaresi amano celebrare come se la vita fosse una liturgia. Alle cinque del pomeriggio, siamo andati, con grande curiosità, nella più antica birreria di Monaco di Baviera: la Hofbräuhaus. Era già gremita di gente. Un’orchestrina suonava musica tipica bavarese, camerieri portavano ai clienti boccali enormi di birra e ragazze in costumi tipici giravano per i tavoli con dolcetti per masochisti, come li chiamo io: sono belli e quasi sempre buoni ma contengono quantità industriali di zuccheri e grassi, strutto in particolare, e se proprio ti va male, dopo averli mangiati con gusto, ti rimangono indigesti. Io, pur immaginando le conseguenze, ho preso un dolce assassino, mio marito un boccale di birra da un litro che mi ha fatto temere per lui. E alla fine, visto che lo sto raccontando, è andata meno peggio di quanto pensassi… ovviamente, abbiamo saltato la cena… ma vuoi mettere, un pomeriggio così, nella più antica e gaudente birreria di Baviera, quando ci poteva ricapitare?
Marie