Un Natale di Maigret

Chi, come me, ama il commissario Maigret, può capirmi.
Non ha importanza sapere che Jules Maigret sia una splendida creazione di George Simenon.
Per me, lui esiste.
A Parigi, magari ad un indirizzo diverso da quello storico di Boulevard Richard Lenoir al 132, che tutti noi lettori accaniti conosciamo. O, perché no, in qualche piega spazio temporale, ancora sconosciuta.
Anzi: lui, la signora Maigret, gli ispettori Lucas, Janvier, Torrence, il dottor Pardon, continuano a vivere la loro quotidianità, ognuno nel proprio ruolo… a lavorare al Quai des Orfèvres con ritmi indefessi, a fare la spesa al mercato rionale, a frequentare la Brasserie Dauphine di giorno fino a tarda notte, a visitare pazienti, a cenare insieme con un’eleganza d’altri tempi.
E’ un po' come se le loro vite, le loro storie fossero perfettamente parallele alle nostre.
E, quando siamo a Parigi, lo confesso, mi capita di guardare a luoghi spesso frequentati da Maigret
con la piacevole (e infantile) illusione di vederlo spuntare da un momento all’altro, con la sua andatura lenta e pensosa, la pipa in bocca, lo sguardo assorto di chi sta intessendo un’ipotesi, fiutando una pista, fantasticando su un possibile colpevole.
Io al commissario Maigret voglio bene, di quel sentimento che si può provare per uno zio, a volte un po' ruvido ma estremamente attento ai sentimenti e agli stati d’animo delle persone a lui care.
E non solo, come è noto.
Maigret osserva l’umanità dolente con cui si deve confrontare con lo sguardo di chi cerca di capire, di penetrarne la psicologia. Si astiene dal giudizio. Per sim-patia. Forse sapeva già, ben prima che uscisse “Una poltrona per due”, che le persone agiscono e reagiscono all’ambiente e alle condizioni di vita in cui si trovano.
Ma tornando al punto, come spesso accade per parenti o amici che vivono lontani, ci chiediamo spesso: come starà, cosa starà facendo, che giornata avrà avuto…
Ecco, tempo fa vidi in una delle mie librerie preferite un piccolo volume dal titolo “Un Natale di Maigret” e non ho resistito alla tentazione.
Perchè, in effetti, all’improvviso, mi sono chiesta: ma come passerà il Natale il commissario?
In casa con Louise, la moglie? Con i coniugi Pardon?
E poi: che regali si scambierà con la signora Maigret?
Questo piccolo volume di tre racconti, di cui l’ultimo è appunto, Un Natale di Maigret, non ha risposto a tutte le mie domande e curiosità, ovviamente.
Però mi ha permesso di conoscerlo un po' meglio, di intravvedere aspetti personali e quotidiani (malinconie comprese) che lo rendono, insieme alla moglie (solo apparentemente defilata), così umano e così profondamente buono da farmi pensare: non può non esistere!

Buon Natale a tutti, ovunque voi siate!
"Un Natale di Maigret" di George Simenon - Gli Adelphi

PS: Ho scritto questo post sulle note di “Agnus Dei” di Cecilia Krull, potrebbe essere interessante ascoltare questo brano durante la lettura.

Marie