PITTI FRAGRANZE 15

Sono uscita da PITTI FRAGRANZE sabato 9 settembre nel tardo pomeriggio, avvolta in una nuvola di profumi meravigliosi e in colori ed emozioni ancora ben impressi nella mente. Un sorriso stampato in viso che non è sfuggito al tassista che mi ha accompagnata in stazione, contrariato dal traffico intenso e dai cantieri aperti in città. Ma i miei pensieri e i miei ricordi erano altrove. Entrare a Pitti Fragranze venerdi mattina è stato in effetti come varcare una soglia invisibile eppure magica, come Alice nel Paese delle Meraviglie o come Lucy che, ne Le Cronache di Narnia, entra in un armadio e si trova in un paesaggio incantato di un altro mondo. E in effetti, all’interno c’era un’atmosfera magica in cui i sensi si lasciavano catturare da luci e colori e da profumi, ovviamente. E mi piace scrivere profumo anziché fragranza perché, pur essendo meno preciso, è il sostantivo per me più affettivo, quello che mi riporta a ricordi lontani, a quando, da bambina, mi innamoravo dei profumi della nonna. Il tema di quest’anno a Pitti era Blooming Newforms: il fiorire è quel passaggio delicato eppure intenso che porta a compimento un processo meravigliosamente naturale, lo sbocciare di una fragranza da idea, ispirazione in quel liquido prezioso e odoroso contenuto in flaconi eleganti… è il saper fare di nasi e creativi, di artigiani che sanno trasformare un sogno impalpabile in fragranza. E poi Blooming Newforms allude anche al fiorire di nuove forme visive d’ispirazione digitale peraltro messe in scena negli allestimenti, quest’anno meravigliosi. E così mi sono trovata immersa in una dimensione suggestiva e ho iniziato a consumare mouillettes in modo voluttuoso, portando spesso a saturazione la mia capacità olfattiva… ma con quale piacere! Da AFFINESSENCE è stato un autentico colpo di fulmine: profumi di lusso creati esclusivamente, per la prima volta, con le sole note di fondo. Il concept nella sua apparente semplicità è, a dir poco, provocatorio. Una sfida olfattiva non banale. Fragranze intense e persistenti, tutt’altro che monocordi, di una sensualità raffinata e complessa. Le ultime due creazioni di AFFINESSENCE, in uscita sul mercato in autunno (dunque a breve) sono meravigliose: CUIR-CURCUMA e MUSC-AMBERGRIS. Il primo, in particolare, è un profumo che non passa inosservato se indossato da un uomo ma che diviene ipnotico se indossato da una donna. Io, che non amo particolarmente -o almeno lo pensavo prima - i sentori di cuoio, ammetto di esserne rimasta affascinata... il cuoio unito alla curcuma stemperato e ammorbidito da note lattee, risulta di una piacevolezza rara. Da DI SER ho sentito le fragranze più particolari e, per me che non sono un tecnico né un esperto ma semplicemente una donna che ama il profumo e il gesto di profumarsi, più complesse da descrivere, anche perché non avevo mai sentito niente di simile prima. Notevole. Mi è stato spiegato che queste fragranze richiamano l’antico rito giapponese di profumarsi: infatti, in un’apposita stanza, venivano bruciati particolari incensi che impregnavano gli indumenti esposti che sarebbero stati poi indossati il giorno seguente. Un’esperienza olfattiva unica. Fragranze che hanno un sentore di sacro. DFG1924 è un marchio nato nel 2014 ma che riprende una tradizione di famiglia. Le iniziali stanno per Giustino Dalla Favera, il fondatore, che nel lontano 1924 iniziò l'attività nel proprio laboratorio farmaceutico. Egli mise a punto, oltre alla preparazione di farmaci galenici, numerose ricette di profumi che sono state, appunto, riprese e reinterpretate dal nipote Fabio e dalla moglie Patrizia. NOOR è un ambrato legnoso, nel cuore, mirra ed ambra si lasciano avvolgere da vaniglie delicate mentre IL GIARDINO DI FREYA è un floreale con note acquatiche e verdi che lo rendono assolutamente particolare. Sono i miei preferiti, uno più invernale e notturno, il secondo una fragranza da giorno discreta, elegante ed originale. FRANCESCA DELL’ORO, un talento emergente della profumeria artistica, mi ha colpita per l’eleganza assoluta del packaging ma non solo. La Black Serie, una capsule collection firmata da un naso internazionale come Bertrand Duchaufour, pur rendendo omaggio a gelsomino, tuberosa e rosa, iconiche nella profumeria classica di sempre, riesce a sorprendere grazie a note marine che li rendono inaspettati e traducono olfattivamente ricordi lontani legati all’acqua e al mare. Tuttavia, ammetto che il mio colpo di fulmine con Francesca Dell’Oro è e rimane AMBROSINE, uscito nel 2014. Perchè è morbido, caldo e avvolgente come l’abbraccio di una persona amata. Classificabile come orientale, caratterizzato da un cuore di fiori bianchi e rosa, resi caldi e vivaci da cannella e scorze d’arancia e note di fondo ambrate e muschiate. E’ un profumo che, a mio parere, non conosce tempo poiché parla al cuore. Di emozioni, forse ricordi, di abbracci di ieri e di oggi. E per questa ragione è un profumo da indossare anche solo per se stesse, di giorno, di notte, non ha importanza. Anche se ammetto, indossarlo in questo inizio d’autunno frizzante, è incantevole. In quei giorni, e questa è una gioia profonda, ho incontrato persone interessanti, entusiaste, dinamiche, volti nuovi e amici… sì, amici, e con questi, i saluti, gli abbracci, le impressioni scambiate sui nostri colpi di fulmine olfattivi che si intersecavano con il reciproco raccontarsi lo scorrere delle nostre vite… In quei giorni, ho avuto modo di scoprire e di conoscere meglio altri marchi di fragranze e di skin care… è il caso che scriva un altro articolo perché tante sono le cose viste da raccontare, le fragranze sentite, le texture provate... E vorrei raccontarlo bene, a modo mio, con il mio stile, quello di Marie, appunto. Dunque, a presto.
Marie