Le Mistral, Benjamin e sua maestà l'aglio

E’ da qualche giorno ormai che siamo in Provenza, la nostra amata e dolce terra di Provenza. E sarà che c’è le Mistral che soffia incessantemente da giorni, sarà che la cena nel ristorante dell’amico D. ha onorato, mio malgrado, sua maestà l’aglio, mi ritrovo a scrivere in piena notte, girovagando e ingurgitando Citrosodina e acqua come se non ci fosse domani. Perché io all’aglio sono intollerante. Ma procedendo con ordine, mi piace l’idea di soffermarmi a riflettere e sorridere su personaggi ed avvenimenti di questo luogo così amato che ci accoglie sempre facendoci sentire quasi più a casa di casa. Siamo qui in vacanza da qualche giorno, siamo passati dall’afa milanese al mistral, rumoroso e senza fine tuttavia rinfrescante e oggetto di conversazione anche in panetteria quando al mattino vado a prendere i croissants appena sfornati per fare colazione. Non ci lamentiamo, però. Per quanto si narri che le Mistral porti con sé un po' di follia e per quanto di notte, più che mai la notte, sia furioso, ne apprezziamo quel freddo pungente che compensa afa ed umidità incamerate in Italia e mal sopportata da entrambi, malgrado mio marito sostenga il contrario! Così, in questi giorni, quando non siamo a Marsiglia o ad Avignone, ci concediamo dei tempi lenti e dolci... Leggiamo intensivamente, pranziamo e ceniamo ad orari flessibili e inverosimili, facciamo lunghe passeggiate a piedi (escursioni o bicicletta con questo vento? No, grazie) mentre il soffiare del vento e il frusciare delle foglie di alberi centenari coprono il canto delle cicale. Non ci siamo ancora incontrati con i nostri amici, quelli più cari. Sono altrove. Mostre, esposizioni artistiche, li terranno impegnati ancora qualche giorno. Ci mancano loro, il nostro parlarci e le nostre risate, quella convivialità semplice ed elegante, molto italiana vorrei dire e, non meno importante, gli ultimi aggiornamenti su quanto è accaduto qui durante l’anno... a partire dalle tormentate vicende amorose di Benjamin, il più famoso e chiacchierato panettiere di questa cittadina. Benjamin, a dispetto di quanto ne dicano mio marito e gli altri amici di sesso maschile (sicuramente per pura invidia) è un giovane uomo belloccio che brucia di passione per il proprio lavoro e, certamente, per le donne. Di famiglia più che benestante e ben nota nei dintorni, una decina d’anni fa ha aperto un panificio biologico, assolutamente biologico, come deliziato dice lui. E tiene a precisare alle nuove clienti di preparare lui stesso il lievito madre. E poiché, come è noto, alla passione non si comanda, Benjamin apre il suo negozio solo due o tre pomeriggi alla settimana, dalle 16 alle 18.30 di giorni che variano, a seconda del tempo e dell’umore… mai il sabato però, perché dal venerdi sera Benjamin si dedica a coltivare l’arte della seduzione con fanciulle e signore i cui nomi vengono poi snocciolati sottovoce in ogni dove. Benjamin sa di esercitare un certo fascino sul gentil sesso e anche per questa ragione non si risparmia: in negozio tiene ad essere presente e a servire personalmente le sue clienti preferite… alle altre ci pensano due commesse che lo guardano adoranti e attendono un suo cenno per capire quando subentrare a lui nella vendita. Strane ragazze,in effetti, dallo sguardo a tratti vacuo, a tratti bovino. Comunque, quando Benjamin, non è dietro al bancone o davanti al suo forno, sosta a lungo all’esterno del suo negozio a torso nudo, ovviamente infarinato. E si intrattiene in chiacchiere e giochi di sguardi con le clienti che “casualmente” passano di lì. Questa sera, ormai ieri, considerato che sono quasi le quattro del mattino, siamo stati invitati a cena dall’amico D. nel suo ristorante. Invitati da lui stesso, ci ha deliziati con una cena luculliana in cui purtroppo abbondava l’aglio… ma essendo suoi ospiti non ho potuto rifiutare e ho spiluccato di tutto un po'. Era tardi quando siamo usciti dal suo locale. Il Mistral soffiava ancora e per questa ragione abbiamo incrociato pochi passanti. Volevamo fare una passeggiata, soprattutto io, prima di affrontare le conseguenze dell’aglio. Arrivati vicino alla casa-bottega di Benjamin, che si trova al pianterreno, abbiamo avuto il privilegio di assistere ad una scena di seduzione, come viste solo nei film: luci soffuse, un tavolo apparecchiato per due in modo quasi spartano e una donna dai lunghi capelli scuri seduta al tavolo mentre lui, a torso nudo, si aggirava per il soggiorno con una bottiglia di vino rosso in mano alla ricerca (l’abbiamo capito un istante dopo) di un cavatappi: poi le si è parato davanti e, con fare teatrale ha stappato la bottiglia… ne ha inspirato l’aroma, ha sospirato e poi ne ha versato due calici... si è seduto, ha intrecciato il proprio calice con quello della donna e… “Non vorrai rimanere qui a spiare cosa combina questo ragazzotto?” mi ha detto sottovoce mio marito. Il tono era stupito, “ Tu, di solito così riservata e poco incline a...” Gli ho fatto SSSttt, il dito indice sulle labbra, “Stai zitto”, volevo dire. Allora mi ha presa per un braccio, allontanandomi dalla casa… Io ridacchiavo, non volevo spiare, gli dissi, solo capire chi fosse quella donna vista solo di spalle… anche se dal particolare modo di gesticolare poteva essere la signora L. Insospettabile. Perché l’ora era tarda, altrimenti avrei subito chiamato la nostra amica S., per raccontarle il mio scoop e ironizzare un po'. Altrimenti che vacanze sarebbero? A presto,
Marie