Avignon Passion

  Avignone è  una città in cui andare e soprattutto è una città a cui tornare. Naturalmente. Come dopo un giro di giostra, da bambini, ne volevamo fare subito un altro. Ogni estate mi dico che forse non è il caso, l’abbiamo vista abbastanza volte e abbastanza bene, direi. Abbiamo percorso i suoi viali, le sue piazze, a piedi, ci siamo inerpicati in dedali di viuzze dai nomi provenzali incomprensibili dai quali abbiamo faticato ad uscire. L’abbiamo attraversata su un trenino incantevole e assolutamente inadeguato per muoversi in città e riso scioccamente insieme a inglesi, orientali e francesi per le terribili buche prese e il traffico intralciato. Siamo scivolati sulle acque del maestoso Rodano perchè, lo ammetto, è una mia fissa vedere una città anche dall’acqua quando c’è la grazia di un fiume che l’attraversi... perché, dico io, ti si svela un’anima diversa. Abbiamo mangiato panini gustosi seduti sui gradini della piazza del palazzo dei Papi sotto un sole cocente, pranzato in ristoranti gourmet all’aperto e poi gustato la superba torta Tropezienne dell’omonima e storica pasticceria sul molo, in attesa del battello di cui sopra. L’abbiamo vista durante il Festival delle Arti, creativa, invasa da artisti di strada e non, provenienti da tutto il mondo, provocatoria, ridanciana e forse triviale ma profondamente vera e vitale al punto da sembrare quasi mistica... e non per il Palazzo dei Papi... Dalla pittura, al teatro di strada passando attraverso la lettura dei tarocchi tutto in quei giorni è lecito chiamare arte e orde di persone e artisti si incontrano per strada e si parlano, di questioni alte e basse, come se si conoscessero da tempo, così naturalmente. Ma quando le luci del festival calano, Avignone torna ad essere una signora elegante e terribilmente malinconica, che guarda ad un passato di fama e potere con un certo disincanto... e intanto lo vive e lo rivive, ritrovando il fasto di un tempo che ha lasciato tracce indelebili. Ovviamente abbiamo visitato il Palazzo, musei, palazzi ma l’anima di questa città è impalpabile e altrove. Avignone non è certo rappresentativa della Francia... ha un clima e un fascino che la avvicinano a quelle assolate città di Spagna... grandi piazze inondate da una luce intensa, a tratti violenta, del sole e vie strette ed ombrose e una cucina poco nouvelle ma certamente corposa e... agliata. Per me che sono intollerante all’aglio, i menù sono una vera sfida, però... Di solito, durante il nostro viaggio di ritorno verso il Luberon, mio marito mi prende in giro per questa mia Avignon Passion, citandomi cose luoghi persone viste incontrate riviste... io sorrido, sentendomi un pò in colpa per questa mia (piccola?) ossessione, ma intanto penso già al nostro prossimo giro di giostra. E non ne vedo l’ora.  
Marie