Bellagio, molti anni dopo. La luce, il lago, la seta

E’ stata un’emozione tornare a Bellagio, anche solo di passaggio, per poche ore. Avevo tre anni quando l’ho vista la prima volta, tuttavia ne avevo conservato una sorta di ricordo, sensazioni e immagini, come solo i bambini sanno fare. Soprattutto la luce, quella la ricordavo bene. Ci siamo stati in una giornata inondata da una luce morbida, mai accecante, una luce che arriva dall’acqua del lago. Il Lago di Como conserva una bellezza intatta, ancora un pò selvaggia, che sorprende, tanta bellezza da togliere il respiro. Abbiamo camminato sul lungolago e poi pranzato sul terrazzo dell’Hotel Metropole, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Un’atmosfera rarefatta. Che mi fa pensare con un pizzico di nostalgia a quel modo di vivere elegante di fine Ottocento... e mentre i miei pensieri cercano di ricostruire immagini di vita lontana, scorrono davanti a noi le acque del lago, di una bellezza che pare quasi intangibile. Intanto, cibo squisito, panorama incantevole. Ottimo il risotto al pesce persico, delicato ma corposo. Come secondo mio marito ha preso una tartare di angus, io un filetto di pesce di lago in crosta di patate. Dolci sublimi. E dopo questo pranzo romantico, chissà quanto é suggestivo di sera, ci siamo inerpicati su viuzze ripide dove ci sono negozietti di souvenir e botteghe di un fascino antico. E seta, foulards, abiti, stole ovunque. Un tripudio di sete colorate. Ma il mio colpo di fulmine é stato con Frey. Colori , disegni e lavorazioni meravigliosi. Un negozio che, ho scoperto dopo, racchiude in sé il segreto di una tradizione che risale al 1899 e che ha saputo mantenere una stampa a mano. Non sono riuscita a resistere e ho acquistato un foulard bianco e beige. Con una miriade di farfalle gialle. Semplicemente chic. Mi ha aiutato nella scelta, fra decine di foulards raffinati, la signora Bruna, una donna elegante, piacevole e terribilmente simpatica che, fra l’altro, non ha esitato a sconsigliarmi il color menta... in effetti sulla mia carnagione, irrimediabilmente chiara anche in piena estate, non ha un grande effetto. Usciti da Frey, abbiamo proseguito la nostra passeggiata fino alla Chiesa di San Giacomo, una splendida chiesa romanica dell’XI secolo con un ricco altare del 500. E da lì fino alla Punta Spartivento, dove si separano i due rami del Lago di Como. Ci sarebbe ancora molto da vedere, ad esempio Villa Melzi con le sue rare e preziose camelie,il giardino orientale, con un laghetto di ninfee e aceri giapponesi ma non c’é il tempo. E mentre siamo seduti al un tavolino di un bar a prenderci un aperitivo rigorosamente analcolico e biondo, ho già nostalgia di questo luogo. Bellagio la bella. Penso a quanto possa essere ancora più suggestivo in un mattino di inizio autunno, quando la nebbia che sale dal lago é avvolgente, e tutto tutto più morbido e attutito... come avvolto in una seta impalpabile...tutto tranne la sua bellezza. Arrivederci Bellagio, torneremo presto.
Marie